Dal diario di Lilly Chiavia
Il viaggio di quest'anno è stato un viaggio diverso da quelli fatti negli scorsi anni. Di solito andavamo a scoprire un Inghilterra fatta di campagne e piccole cittadine, incontravamo piccole comunità sparse nei bellissimi paesaggi inglesi. Quest'anno ci siamo immersi nella grande City: Londra. Il nostro gruppo era costituito da 16 persone, 6 provenienti dalle Valli Valdesi, 7 da Torino, 1 da Roma, 1 da Verbania e 1 da Monfalcone. Abbiamo avuto un programma molto denso, in pochi giorni siamo riusciti a fare chilometri a piedi e in metropolitana scoprendo una città molto frenetica ma anche piena di interessi, di cose da fare, da visitare e scoprire. Accompagnati da Gwin Pickering abbiamo visitato la Wesley Methodist Chapel, il Barbican Centre, la Chiesa di St. Giles e la Cattedrale di St. Paul che abbiamo anche potuto ammirare dall'alto salendo su una terrazza dalla quale si vedeva buona parte del centro di Londra. A St. Paul abbiamo anche avuto l'onore di assistere alla funzione delle 5pm sedendo nella parte riservata al coro. Con Anthony Earl, dopo aver visitato Westminster Abbey, abbiamo invece fatto una bella passeggiata lungo il Tamigi passando sul Millenium Bridge, fermandoci al Globe Theatre e alla Tate Modern Gallery, entrando nel parco di St. James e arrivando a Trafalgar Square dove nella Chiesa di St. Martin in the Fields abbiamo assistito ad un bellissimo concerto di pianoforte. Ringraziamo di cuore Gwin Pickering e Anthony Earl per il tempo a noi dedicato, per la loro gentilezza e competenza. Naturalmente abbiamo sfruttato al massimo il fatto di essere ospitati al St. Katherine's Centre, un posto molto tranquillo nella zona dei Docks e comodo ai trasporti. La sera, dopo le valutazioni sulla giornata trascorsa e un momento di preghiera, una parte del gruppo usciva ancora per un ultima passeggiata nella zona del Tower Bridge o di St. Katherine's Docks per ammirare Londra dopo il tramonto e godersi l'aria fresca. Gli ultimi 2 giorni li abbiamo trascorsi a Cambridge, una bellissima cittadina attraversata dai suoi classici canali, piena di giovani studenti che frequentano i famosi College circondati da meravigliosi giardini e parchi curati nei minimi particolari. Le due comunità riformate, Emmanuel e St. Columba's, hanno organizzato per il nostro gruppo un'accoglienza veramente fraterna. La sera del nostro arrivo ci attendeva una cena molto ricca con cibi provenienti da diverse parti del mondo e con profumi e aromi diversi dai nostri. Il tutto arricchito dalla presenza di due bravissimi artisti che ci hanno regalato della buona musica e del buon umore. La domenica abbiamo partecipato al culto dividendoci nelle due comunità per poi ritrovarci insieme per il pranzo. Abbiamo così avuto la possibilità di salutare Erica Scroppo, il pastore Daniele Pevarello, gli amici Hilary e David che da Folkestone erano passati a salutarci prima di proseguire per il Galles. Nel pomeriggio abbiamo visitato il Westminster College e alcuni di noi hanno fatto un giro sui canali con le barche. Oltre alla fraternità e all'amicizia condivisa con le famiglie che ci hanno ospitato, Cambridge ci ha regalato anche il sole e un bel caldo proprio quando ormai era giunto il momento di partire. Grazie a chi ha preparato questo viaggio molto intenso ma pieno di cose interessanti, di incontri e confronti, di amici ritrovati, di nuove conoscenze, di momenti speciali fatti di allegria e di gioia.
Un esperienza multireligiosa a Londra
Che significato si può dare al fatto che religioni diverse si trovano a vivere a stretto contatto? E in particolare quando alcune si contraddicono tra loro e si creano dei conflitti? Queste sono alcune domande che molte persone si sono poste e si pongono soprattutto in quei paesi dove esiste una pluralità religiosa da secoli e dove si è cercato di fare il possibile per una convivenza accettabile. Per la Gran Bretagna, un paese un tempo cristiano con una minoranza ebraica (e una crescente secolarizzazione), questa è una esperienza abbastanza recente. Così, quando nella seconda metà del XX secolo avveniva il cambiamento e la società diventava multireligiosa, iniziava una riflessione teologica post coloniale e sorgevano nuovi quesiti. Che senso ha far parte di una religione tradizionale, esclusivista e missionaria in un mondo multi religioso e nello stesso tempo sempre più secolarizzato? Come fa una chiesa come quella cristiana a portare la sua testimonianza in un contesto multifede?
Così iniziava il nostro incontro con la pastora Maggie Hindley che da alcuni anni lavora presso il London Interfaith Centre. Il centro fu fondato dalla Chiesa Anglicana nel 1998 e a partire dal 2001 la Chiesa Riformata Unita partecipa attivamente nella gestione. Anche se il centro è stato fondato ed è gestito da una singola fede (quella cristiana), esso si propone come uno spazio per incontri, studio e dialogo tra le varie religioni e con il mondo secolarizzato. Questo avviene attraverso una varietà di corsi, conferenze, seminari ed eventi aperti a tutti dove le varie fedi si possono confrontare senza preconcetti e soprattutto rispettando il motto che il centro si è dato: "sinceri verso se stessi e aperti agli altri". Si cerca così di creare uno "spazio sicuro" nel quale le persone che hanno posizioni diverse e a volte conflittuali possono cominciare a costruire un dialogo basato sul rispetto reciproco e sulla fiducia fino alla condivisione di progetti di aiuto e cooperazione. Il lavoro svolto dal centro è molto interessante e le domande da parte del nostro gruppo aumentano dopo aver ascoltato la relazione dell'Imam Al-Khoei e i progetti che coinvolgono la comunità islamica. Siamo veramente meravigliati del lavoro che il centro riesce a fare coinvolgendo quasi tutte le realtà religiose di questa zona periferica della città. La nostra mattinata passa velocemente, dopo un momento di meditazione condividiamo il pranzo con i responsabili del centro e poi, accompagnati dall'Imam, una breve visita alla moschea e poi di corsa verso la metropolitana per ritornare verso il centro della città dove trascorrere alcune ore da "turisti"!
Massimo Long
Il caldo agosto inglese
L'estate 2011 sarà principalmente ricordata per due avvenimenti; la turbolenza dei mercati finanziari con i pesanti interventi dei governi centrali nel tentativo di bloccare le speculazioni finanziarie e la rabbia dei giovani nella periferia di Londra. Tra i due avvenimenti sembra non esserci nessun rapporto, ma non è così. La crisi che investe tutti i Paesi occidentali è porta i governi a decisi tagli della spesa pubblica si abbatte in modo particolare sui giovani e sulle fasce più povere e disagiate della popolazione. C'è un filo che unisce le banlieues francesi alle rivolte del pane e del lavoro in Tunisia, la primavera araba, fino agli "indignati" spagnoli e alle manifestazioni dei giovani israeliani. E' la rabbia e la preoccupazione di giovani che vedono poche speranze per il loro futuro, poche opportunità, e una vita dove tutto appare troppo precario. Nessun governo può permettersi di ignorare questa rabbia che unisce giovani di tutto il mondo. Nessun governo può permettersi di ignorare le disparità e deve fare di tutto per ridurre questi argini. Nel luglio di quest'anno attraverso gli scambi biennali organizzati dalla United Reformed Church Waldensian Fellowship abbiamo visitato un mese prima della rivolta di agosto alcune Chiese evangeliche situate nei quartieri in cui sono scoppiati i violenti scontri con la polizia. Alcune chiese inglesi hanno dovuto inventarsi un nuovo ruolo cercando di rimanere in contatto con una dimensione sociale in continuo mutamento. Capire ed aiutare una nuova realtà che cresceva intorno ad esse è stata una grande sfida ed ha permesso a queste comunità di reinventarsi e di diventare un punto di riferimento nei quartieri della periferia di Londra. Penso al London Interfaith Center nato per creare un rapporto tra le diverse spiritualità del quartiere. I responsabili ci spiegano il grande impegno per i giovani del quartiere e ci illustrano i progetti di integrazione ed aiuto. Poi chiamano il responsabile della comunità islamica che ci invita a visitare la Moschea situata a pochi isolati. Nella Moschea molto pulita e ordinata alcuni fedeli pregano composti. Ci sembra lontana l'Italia con la mancanza di una legge specifica che riconosca i luoghi di culto con le immagini di mussulmani che pregano sui marciapiedi delle città vittime dei pregiudizi e dell'ignoranza. Tra la comunità islamica e il centro c'è una costante collaborazione su progetti che riguardano il quartiere che arricchisce entrambi e favorisce i processi di integrazione. Certo rimane ancora molto da fare ma l'esperienza del centro interfede nella periferia di Londra rappresenta un percorso di integrazione e di collaborazione tra le diverse fedi.
Un altro interessante esperimento è quello della Lumen Church. Verina Jones e Catharine Pickard ci illustrano la storia di questa comunità nata nel 1801 per ospitare gli immigrati gaelici. Nel 1827 viene costruito il primo edificio in stile gotico distrutto completamente dai bombardamenti tedeschi nel 1945. La chiesa viene poi ricostruita nel 1966 e ristrutturata completamente nel 2006 adattandola alle nuove esigenze e bisogni del quartiere. Questo rinnovamento è un vero cambiamento per la chiesa che decide non solo di cambiare il proprio nome ma di diventare un punto di riferimento nel cuore di London's Bloomsbury Oggi rappresenta con la sua architettura innovativa e funzionale un esempio di come dovrebbero essere le chiese nelle grandi metropoli. All'ingresso troviamo un elegante e modernissimo caffè ristorante aperto tutti i giorni e frequentato da studenti e impiegati del quartiere. Accanto un enorme cono bianco chiamato " sacred space " dove ci si può sdraiare leggere un libro, anche nella pausa pranzo, o semplicemente recuperare uno spazio di silenzio e meditazione. Infine l'area destinata al culto con una luminosissima finestra composta da un mosaico di 1000 pezzi di vetro montati su 21 pannelli. Un esempio di architettura moderna che attrae visitatori da tutto il mondo nell' armonia di una comunità che ha saputo rinnovarsi adattandosi ad un mondo che cambia. Non è facile spiegare quello che è accaduto nei tumulti delle calde notte di Agosto che hanno messo in crisi alcune città inglesi. Tra quei giovani c'erano indubbiamente tanti delinquenti ma anche la rabbia e l'esasperazione di chi è stato escluso dal benessere e dalla speranza di accedervi. L'esclusione dal benessere che diventa esclusione da un futuro migliore, da un sistema educativo, sociale ed economico. Questa miscela esplosiva è all'origine delle ondate di violenza e rabbia che accumunano le periferie francesi a quelle inglesi, alla collera popolare in Grecia, agli "indignados" in Spagna. Sempre più larghe fasce di cittadini sono esclusi in Europa dal benessere, dalla possibilità di un lavoro stabile, una educazione, dalla rappresentanza dei propri problemi. Lo scorso 17 dicembre la rivolta del pane e del lavoro in Tunisia prende il via da un ragazzo di venticinque anni Mohammed Bonazizi laureato ma costretto a fare l'ambulante abusivo. Dalla protesta di quel giovane tunisino parte una scintilla che cambia la storia di molti paesi arabi. Una vera primavera che da una nuova speranza ai sogni di tanti giovani. Se i governi europei non saranno capaci di comprendere tutti questi segnali di disagio e sofferenza sarà sempre più difficile contenere la rabbia e la cieca violenza. Anche le Chiese possono e devono fare di più recuperando quegli spazi di dialogo e dando voce, rappresentanza e progetti a quel malessere che non potrà mai essere eliminato soltanto militarizzando le periferie metropolitane. Servono nuove ricette sociali che i governi europei devono trovare insieme prima che sia troppo tardi.
Roberto Russo