La storia della URC Waldensian Fellowship 1980 - 2000
(originale in inglese a cura di Ruth Cowhig)


"Non chiedo di vedere troppo lontano: un piccolo passo è sufficiente per me."
Mi ricordo quando parlando ad un gruppo della URC in visita a Firenze nel 1983 raccontavo che mia madre, quando aveva oltre 90 anni e ci vedeva ormai pochissimo, era solita citare questa frase tratta da un inno composto dal cardinale Newman. Per lei l'inno "Guidaci, luce gentile" era troppo malinconico nel suo insieme, ma queste poche parole erano per lei di grande aiuto. Ho spesso pensato ad esse nei primi tempi in cui si costruivano i legami con la chiesa Valdese. Si cerca sempre di visualizzare quale sarà la scena nel futuro ma spesso senza risultati. Non ho nessuna idea di come questi legami potranno crescere e dove ci potranno portare.

Il Comitato per i rapporti con l'estero della URC mi inviò nel 1980 a Torre Pellice per vedere in che modo i legami fra le nostre chiese, che si erano già creati da diversi anni, potevano svilupparsi in maniera più significativa. Arrivai all'aeroporto di Torino in una grigia e piovosa sera di maggio e fui condotta verso la piccola città di montagna da un uomo molto silenzioso il cui inglese era ancora meno del mio italiano esitante. La "Foresteria" dove fui alloggiata era una semplice casa di accoglienza gestita dalla chiesa Valdese, più tardi ingrandita e ristrutturata. Il mattino seguente l'ambiente circostante era molto cambiato: nel cielo blu intenso brillava un sole splendido. Il Pastore Achille Deodato, che divenne poi il nostro più caro amico e consigliere, mi venne a prendere. Solo più tardi seppi che questo modesto ma ispirato uomo era stato moderatore nel periodo cruciale del dopoguerra. (Il moderatore valdese dura in carica 7 anni - l'equivalente del segretario generale della URC, il moderatore URC viene eletto ogni anno). Mi portò con la macchina verso il fondo di questa bella valle fino a Bobbio Pellice, poi ci arrampicammo su per la ripida collina - aveva dimenticato che esisteva una più facile via d'accesso e un sentiero - fino a Sibaud, il monumento che indica il luogo dove i valdesi che ritornavano dall'esilio decisero di lottare fino all'ultimo contro le truppe del duca di Savoia. Questo tranquillo luogo con una spettacolare vista sulle montagne ricorda un violento e impressionante momento della storia valdese.

Per la storia della nostra amicizia questa spedizione fu definitiva. Dal nostro colloquio divenne chiaro che condividevamo le stesse idee su come costruire legami fra le nostre due chiese: essi dovevano essere fra "semplici membri" e non fra persone importanti. Quello di cui c'era bisogno era creare delle opportunità per permettere alla gente di incontrarsi e scoprire non soltanto le differenze, ma anche ciò che unisce, attraverso l'esperienza di vita quotidiana delle chiese in Italia e in Inghilterra.

Ho voluto enfatizzare questo primo giorno nelle valli valdesi perché gli scopi della URC Waldensian Fellowship furono stabiliti in quell'occasione. I restanti 10 giorni di questa prima visita inclusero anche un pernottamento ad Agape, il centro ecumenico che si trova sopra il villaggio montano di Ghigo, nella chiesa di Prali, costruito da giovani provenienti da tutta europa dopo la seconda guerra mondiale, sotto la guida ispiratrice del pastore Tullio Vinay. Il nostro ex segretario generale e moderatore, Arthur Macarthur, fu uno di coloro che sperimentarono le condizioni spartane sotto le quali fu costruito questo notevole centro. Mi fu chiesto di accertare l'importanza di questo progetto, sospettato da alcuni nelle nostre chiese di essere troppo radicale o troppo di sinistra. Fui molto impressionata dalla visione creativa e dal duro lavoro che portò questo progetto a diventare realtà. Ogni gruppo che abbiamo portato a Torre Pellice ha visitato Agape.

Sull'aereo di ritorno per l'Inghilterra lessi parte del libro sui valdesi scritto da Giorgio Tourn e pubblicato nel 1979. È uno resoconto scolastico ma intenso della storia dei Valdesi dei primi 800 anni e contribuì ad aumentare l'entusiasmo che la mia visita aveva prodotto. Questo entusiasmo, che è stato condiviso da molti, derivò innanzitutto dalla commovente storia della fede dei valdesi nonostante le violente persecuzioni. Ma altrettanto impressionante fu il modo in cui le piccole chiese superstiti continuarono a difendere i loro diritti civili e la loro libertà religiosa fino ad oggi, affrontando problemi sociali e politici e iniziando lavori sociali di diverso tipo.


I primi scambi di visita
(in forma riassuntiva)

Immediatamente dopo il mio ritorno in Inghilterra ho cominciato a verificare se fosse possibile organizzare la visita di un gruppo alle Valli Valdesi. Non fu difficile suscitare interesse verso questa iniziativa, all'inizio nella nostra comunità e in seguito nelle chiese della provincia del nord-ovest. Il nostro lavoro fu facilitato anche dal fatto che la nostra provincia fu incaricata di assumere la responsabilità dei rapporti con la Chiesa Valdese a nome della URC (United Reformed Church).

Nel mese di maggio 1981 un gruppo di 46 persone partì per Torre Pellice: 18 membri della comunità URC di Sale e i restanti dalle altre chiese URC del nord-ovest. Durante questi memorabili 10 giorni di visita abbiamo ricevuto un'accoglienza magnifica dalle diverse comunità valdesi che abbiamo incontrato. Abbiamo scoperto che piccolo rinfresco non significa tè e biscotti, ma tavole imbandite di ogni tipo di cibi appetitosi, dolci e bevande fredde!

Coloro che parteciparono al viaggio restarono colpiti da questa accoglienza fraterna, dai magnifici scenari e dal modo in cui la drammatica storia valdese veniva raccontata dai luoghi che abbiamo visitato. Alla fine della nostra visita, al momento della partenza, ci lasciammo con queste parole: "Il prossimo anno ci dovrà essere la visita di un gruppo italiano in Inghilterra!" Mi ricordo ancora il pastore Achille Deodato, le mani alzate a spiegare che gli italiani non sono abituati a viaggiare come gli inglesi.... ma, aggiunse anche, ....ci proveremo!

E infatti l'anno seguente, era il 1982, un gruppo di 31 persone (per la maggior parte da Torre Pellice, Luserna S. Giovanni e Pinerolo) ricambiò la visita e fu ospitato nelle famiglie delle comunità di Sale, di Cambridge e Leamington. L'avventura di questo primo gruppo fu indubbiamente un successo!

A questo punto dobbiamo chiederci: perché queste visite, che si sono susseguite da allora in poi, hanno avuto così tanto apprezzamento da entrambe le parti?

Da parte inglese molte persone sono state in Italia con la formula delle vacanze organizzate e di conseguenza hanno verificato la differenza: il contatto diretto con gli italiani, la combinazione fra momenti "seri" e la visita di luoghi turistici, la calda accoglienza e soprattutto la scoperta che in Italia esistono i protestanti!

Da parte italiana sapevamo che gruppi dalla Germania, dalla Francia, dalla Svizzera e dall'America avevano visitato le valli valdesi, a volte con cori, e avevano fatto delle generose offerte per la chiesa come anche facevano il Comitato Inglese, Scozzese e Irlandese. Al confronto noi ci sentimmo insignificanti da questo punto di vista. Ma fummo subito rassicurati che avevamo una posizione speciale, niente a che vedere con il sostegno finanziario, perché le nostre attività erano basate sullo scambio reciproco. I gruppi italiani presto scoprirono che il clima britannico non era sempre freddo e umido, scoprirono la bellezza e la varietà della campagna inglese e in particolare (questo ci impressionò più di tutto) non smisero mai di raccontare della meravigliosa ospitalità che avevano ricevuto, proprio come abbiamo sempre fatto noi dopo una visita in Italia.

Da questo capimmo che la strategia scelta, cioé di rendere possibile la conoscenza fra membri delle nostre rispettive chiese, era quella giusta. Le amicizie nate continuarono per anni con scambi epistolari, regali e anche visite individuali, arricchirono la vita delle chiese locali (a volte molto isolate) anche a dispetto delle barriere linguistiche.